Indici di dispersione
Il campo di variazione, noto anche come range, è una delle misure di dispersione più semplici e immediate utilizzate in statistica per descrivere la variabilità di un insieme di dati. Esso rappresenta la differenza tra il valore massimo e il valore minimo all’interno di un campione o di una popolazione.
Consideriamo ad esempio di voler analizzare le temperature massime registrate in una settimana in una città. I dati raccolti sono: 18, 20, 22, 25, 21, 19, 24 (in gradi Celsius).
Andiamo a identificare il valore massimo (25) ed il valore minimo (18); una volta fatto ciò si può calcolare il campo di variazione, che sarà: 25 – 18 = 7.
Questo ci dice che, durante la settimana, la differenza tra la temperatura più alta e quella più bassa è stata di 7 gradi.
In questo esempio, il range può essere utile per analizzare la variabilità climatica della settimana e confrontarla con la variabilità di temperature di altre settimane o mesi.
Il campo di variazione fornisce quindi un’idea della distribuzione dei dati su un determinato intervallo. Valori elevati del campo indicano una maggiore dispersione, ovvero i dati sono più distanti tra loro. Al contrario, un campo di variazione ridotto implica che i dati sono concentrati in un intervallo ristretto.
I suoi vantaggi risiedono nella rapidità di calcolo e nella sua semplice interpretazione. Presenta però limiti importanti, in particolare viene facilmente influenzato da outlier (valori estremi) e non fornisce informazioni sulla distribuzione interna dei dati.
Nella sua semplicità il range resta uno strumento utile per ottenere una visione preliminare della dispersione dei dati, per poi essere accompagnato da indici di dispersione che tengono conto dell’intera distribuzione dei dati.
Serve supporto professionale? Se hai bisogno di un’analisi approfondita o vuoi trasformare i tuoi dati in decisioni concrete, posso aiutarti con consulenze personalizzate. Contattami senza impegno.
📧 Email: consulenze@analisi-statistica.com
📞 Telefono: 339 5466991